Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 17 settembre 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Vedere in diretta nel cervello il formarsi di mRNA della memoria nel topo. Come marker della formazione della memoria si usa Arc, uno dei geni rapidamente trascritti dai neuroni della traccia della memoria o engram cells; pertanto, in un modello murino in cui l’mRNA di Arc era evidenziato con un marcatore fluorescente, Byung Hun Lee e colleghi hanno identificato una piccola sotto-popolazione esprimente Arc sia nella codifica che nel richiamo, che mostrava attività del calcio specifica per il contesto. Questo approccio di imaging in vivo di RNA potrà impiegarsi per studiare le dinamiche di popolazione alla base dei vari processi di memoria e apprendimento. [Proceedings of the National Academy of Sciences USA 119 (27) e2117076119 – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2117076119, 2022].

 

Effetti antidepressivi della vitamina D in una nuova metanalisi degli studi recenti. Le azioni neurosteroidee e immunologiche della vitamina D sembrano in grado di regolare la fisiopatologia depressiva riducendo i sintomi clinici. Le metanalisi fin qui condotte non hanno fornito risultati univoci, Tuomas Mikola e colleghi in una nuova meta-valutazione evidenziano una sicura efficacia per supplementi di vitamina D uguali o maggiori di 2,000 IU/die. [Mikola T., et al. Critical Reviews in Food Science and Nutrition – AOP doi: 10.1080/10408398.2022.2096560].

 

Un recente trattamento antibiotico accresce la probabilità di disturbi depressivi. Non si conosce il meccanismo molecolare ed è stato ipotizzato un ruolo del danno al microbioma intestinale, ma il temporaneo aumento di rischio depressivo dopo un trattamento antibiotico recente è stato accertato da Katerina Johnson e Laura Steenbergen con un metodo psicologico che ha rivelato un cambiamento nell’elaborazione degli stimoli emozionali. I volontari trattati con antibiotici prestavano più attenzione alle espressioni tristi del viso nei test. I trattamenti con antimicotici e antivirali, in altri studi, non hanno prodotto questo effetto. [Cfr. Johnson K. V. A., et al. Physiology & Behavior – AOP doi: 10.1016/j.physbeh.2022.113900, 2022].

 

Paralisi: recupero del controllo dell’arto superiore mediante stimolazione epidurale. La paralisi dell’arto superiore da lesione alta del midollo spinale costituisce ancora un grave problema terapeutico. Marco Capogrosso, Beatrice Barra e numerosi colleghi hanno sfruttato la funzione dei circuiti neuronici spinali sopravvissuti per ristabilire, mediante stimolazione elettrica delle radici dorsali cervicali, il controllo di braccio e mano in tre scimmie con arti plegici da danno midollare.

Lo stimolo è stato erogato ai segmenti spinali rilevanti nelle fasi appropriate del movimento, consentendo alle scimmie di raggiungere e afferrare un oggetto. Gli inputs discendenti residui sono stati necessari all’esecuzione. Si spera di tradurre la procedura in una tecnica di trattamento clinico. [Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-022-01106-5, 2022].

 

Radiazione solare e umidità possono precipitare o evocare crisi di malattie mentali acute. La radiazione solare intensa e protratta dell’estate, l’alta temperatura e la relativa umidità sono fra le cause congiunte accertate precipitanti o innescanti crisi acute di disturbi mentali, esordi clinici di disturbi non ancora diagnosticati e peggioramento di condizioni psichiatriche croniche. Xinlei Deng e colleghi hanno accertato che l’effetto si produce maggiormente nei mesi di transizione dall’estate all’autunno, ossia settembre e ottobre. Epidemiologicamente l’incidenza era maggiore nei maschi, negli anziani e nei gruppi di minoranze sociali. [Environment International vol. 167, 107411, September 2022].

 

Etruschi: svelato uno dei misteri di un popolo, patrimonio della cultura italiana. Gli Etruschi avevano sconfitto i Romani e conquistato Roma, dove sorgono a imperitura memoria le grandiose testimonianze della loro arte e cultura, ma la storia, si sa, la scrivono i vincitori e, dopo la cacciata dei Tarquini, ossia degli Etruschi che avevano governato Roma con i re Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo, si fece passare un secolo di dominazione etrusca (616-509 a.C.) per una semplice alternanza di gens romane al trono del regno.

La dominazione etrusca di Roma ha posto al centro dell’attenzione degli studiosi di tutto il mondo il “mistero dei misteri” di quel popolo: la loro lingua, che nella nostra penisola si è parlata e scritta per oltre un millennio. Nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma sono esposte tre laminette d’oro del VI secolo a.C., le Lamine Pyrgi (rinvenute nel 1964 a Pyrgi o Santa Severa in provincia di Roma) che recano la stessa iscrizione in etrusco e in punico. Alla scoperta vi era stato molto entusiasmo, sperando in una nuova stele di Rosetta per la decifrazione, ma la “bilingue di Pyrgi”, si è detto, “lungi dall’accostarci alla meta in un certo senso ce ne allontana”[1].

Tutti i circa diecimila testi etruschi rinvenuti ad oggi provengono dall’Etruria, ma vi sono tre eccezioni: l’iscrizione di Lemno, dieci righe bustrofediche in alfabeto greco e struttura etrusca del VI secolo a.C., le bende della mummia di Zagabria, provenienti da libri etruschi di lino, il cui tessuto era stato riciclato per fare delle bende, e un amuleto trovato a Cartagine.

Gli Etruschi sono stato il primo popolo italico ad adottare l’alfabeto greco, ma lo adattarono alle specificità della loro lingua. Ad esempio, eliminarono i segni per le forme sonore di b, d, g e il segno per la vocale o, ma gli adattamenti sono tali e tanti da renderne ardua l’esposizione sintetica. Molte particolarità dell’etrusco sembra siano dovute a una notazione funzionale alla pronuncia e alla vocalizzazione parlata: per esempio, le sillabe delle parole sono staccate da un elemento di interpunzione. Si comprende quale complicazione sia questa divisione in sillabe, se si pensa che i testi sono in scriptio continua, cioè non vi è lo spazio di separazione tra una parola e l’altra come nella nostra scrittura, perché questa spaziatura si è affermata solo nel Medioevo. Siccome la scrittura era insegnata nei santuari, alcuni studiosi hanno ipotizzato che la notazione sillabica fosse un espediente didattico o un modo per facilitare la recitazione del testo in assemblee rituali.

Ma le ragioni potrebbero essere altre. Basti solo pensare che, se la massima parte delle iscrizioni sono bustrofediche senza separazione tra le parole, sono state trovate anche iscrizioni in cui le parole sono separate da punti.

Perché non si riesce a venire a capo del codice linguistico, ossia del rapporto semantico-lessicale dell’idioma etrusco?

L’impossibilità di risolvere questo enigma ha indotto molti studiosi a rifugiarsi nell’ipotesi di una lingua legata alle lontane terre di origine degli Etruschi, dove sarebbe stata concepita su basi diverse da quelle delle parlate conosciute, tutte derivate dall’indo-europeo. Infatti, il principale lavoro linguistico necessario al riconoscimento del valore semantico di termini ignoti si basa sulla ricostruzione etimologica che riporta la struttura dei vocaboli alle radici sanscrite con le loro “famiglie di significati”.

L’anno scorso uno studio genetico condotto su tracce paleoantropologiche ha esaminato DNA estratto da resti di 82 individui vissuti in epoca arcaica e antica in 12 siti archeologici etruschi, e lo ha comparato con quello di altri popoli italici della stessa epoca e con quello di individui moderni. Gli Etruschi, con le note peculiarità di lingua e cultura, hanno rivelato un profilo genetico identico a quello dei Latini, ossia di un popolo stanziato in Italia dall’Età del Bronzo.

Dopo lo stanziamento in quella che sarà poi la Toscana e in altre terre dell’Italia dell’Est, il loro pool genetico caratteristico è rimasto relativamente stabile attraverso l’Età del Ferro e le epoche successive, fino alla civilizzazione etrusca dell’antica repubblica romana. Poi, con la nascita dell’Impero Romano – osserva Johannes Krause, direttore del Max Plank Institute di Antropologia Evoluzionistica – vi è stato l’arrivo di tanti nuovi geni dovuti alle migrazioni di massa del periodo imperiale (Science Advances Sept. 24, 2021). Attualmente si stanno studiando i movimenti di questo popolo, per capire come si è giunti a quei discendenti diventati cittadini geneticamente distinguibili di una superpotenza globale.

Erodoto, probabilmente influenzato dall’incomprensibile lingua non indo-europea e dalla cultura misteriosa e differente da tutte quelle del sostrato, ipotizzò l’origine di questo popolo da terre lontane, forse dall’Anatolia; mentre un altro storico, Dioniso di Alicarnasso, sosteneva l’origine italica degli Etruschi e riportava anche la loro sensibilità alla cultura greca giunta nella penisola.

La genetica paleoantropologica ha dato ragione in tutto a Dioniso di Alicarnasso, risolvendo un dibattito durato più di 2.400 anni.

Rimane il mistero della lingua, ma per risolverlo abbiamo un importante nuovo indizio: la chiave è sepolta nella profondità delle memorie della nostra terra. [BM&L-Italia, settembre 2022].

 

Valore dell’affettività negativa e delle reazioni emozionali potenzialmente dannose. La superficialità del pensiero positivo di operatori psicologici alla moda, quali mental-coach, personal-mental-trainer, motivatori di team aziendali e così via, ha contribuito a diffondere atteggiamenti mentali salutari, ma ha anche creato una diffusa demonizzazione di reazioni affettivo-emotive fisiologiche come preoccuparsi, rimpiangere e adirarsi. In realtà, ha dimostrato Eyal Winter, il pessimismo difensivo può preparare ad affrontare efficacemente gli imprevisti negativi, rimpianto e rabbia per eventi passati possono aiutare a non ripetere errori o far fronte in modo migliore a un ripresentarsi di difficoltà. Infatti, l’obiettivo non dovrebbe essere l’impossibile cancellazione di reazioni negative, ma un modellamento della psiche tale da ottenerne la massima riduzione e il pronto utilizzo dell’umore che le accompagna a vantaggio della salute psico-fisica. Questo è uno degli obiettivi minimi della nostra Arte del Vivere. [Fonte: Eyal Winter, The Conversation, 2022].

 

La morale sociale rivela schemi di ragione ed esercizio di ragionevolezza. Siamo abituati a pensare all’etica di un popolo come a uno stile comportamentale ispirato a un corpus di norme che derivano da una dottrina religiosa e sono in gran parte assunte dalle leggi di uno stato, ma si può anche provare ad analizzare la ragione espressa da questo stile collettivo.

La morale sessuale degli stoici, imperante durante i cinquecento anni di ellenizzazione dell’Europa, non solo crea una razionalizzazione dell’organizzazione sociale rendendo esclusivi i rapporti all’interno di un legame matrimoniale fondato sull’assunzione di responsabilità reciproca e nei confronti della prole, ma abitua anche ad agire sempre e solo per motivi ragionevoli, coerenti con la filosofia di vita e non per cercare il piacere erotico. Per gli stoici cedere al desiderio non è solo immorale, ma indegno, perché mortifica la dignità di raziocinio dell’uomo.

La castità dei coniugi sostenuta da Epitteto, Marco Aurelio, Musonio e ripresa dai cristiani Clemente d’Alessandria, San Girolamo e Sant’Agostino viene presentata da Seneca come condizione necessaria al saggio esercizio della ragione, che garantisce il prevalere dei valori più alti della propria filosofia di vita e il contenimento degli istinti. Evitare di alimentare gli istinti per non potenziarli in modo abnorme, facendoli diventare vizi, vuol dire scongiurare lo sviluppo di stati della psiche che riducono, e a volte precludono, il lucido impiego delle risorse dell’intelletto per perseguire gli scopi più importanti della vita.

La sessualità è vista come un oggetto di cui il soggetto dispone e, nei coniugi, l’affidamento reciproco della custodia della propria sessualità garantisce la ratione della coppia in seno alla società, che trae forza da questa distribuzione egualitaria garantita dall’istituto matrimoniale, lontana dagli squilibri di potere della poligamia e dalla diseconomia affettiva generata dall’esercizio della sessualità svincolata dalla responsabilità sociale.

Questa concezione è stata nella cultura prevalente e dominante dall’antichità classica a circa cinquanta anni fa, quando la ricerca del piacere sessuale è stata ideologizzata come una sorta di “diritto civile individuale”, che prescinde dai legami affettivi e dai vincoli di responsabilità, creando la realtà del tempo presente. Un’idolatria del sesso non teorizzata ma profondamente radicata e seconda solo a quella del denaro. Ma quanti si accorgono che consiste in una perdita di ragione? [BM&L-Italia, settembre 2022].

 

Notule

BM&L-17 settembre 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Giorgio Raimondo Cardona, Storia Universale della Scrittura, p. 202, CDE su licenza della Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1986.